Esprimersi con la pasta. Proverbi e modi di dire italiani
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Esprimersi con la pasta. Proverbi e modi di dire italiani

Proverbi e modi di dire italiani basati sulla pasta

Proverbi e modi di dire sono parte integrante della cultura popolare italiana, un po’ come la pasta, in fondo. Il cibo e la lingua italiana si mescolano in aforismi tramandati di generazione in generazione, usati per tratteggiare personalità, dare giudizi, esprimere pareri.

Descrivere positivamente una persona attraverso la pasta

Tra i proverbi e i modi di dire più celebri relativi al piatto principe della cucina del Belpaese si può citare l’essere “di buona pasta“. In questo caso, si fa riferimento ad una persona buona e generosa, caratterizzata da un marcato senso dell’onestà. Un aforisma molto simile ma di natura più colloquiale è descrivere una persona come una “pasta d’uomo“. Anche in questo caso, ci si riferisce ad un individuo mite e generoso, comprensivo. Con il quale è facile accordarsi e stare in compagnia. Capace di unire, insomma, proprio come un buon piatto di spaghetti al pomodoro.

Descrivere il tratto di un carattere con la pasta

I proverbi e modi di dire riferiti alla pasta, tuttavia, non finiscono qui. Se fino ad ora gli aforismi menzionati sono usati per descrivere tratti positivi di un carattere, se ne trovano anche per esaminare un tratto leggermente più negativo. Essere “di pasta grossa” significa essere un po’ grossolani nell’approcciarsi a certi tipi di azioni o procedimenti. Non cogliere certe sottigliezze e dettagli. Se due persone con caratteri completamente diversi vengono messe a confronto, si può eventualmente affermare come l’una sia “di tutt’altra pasta” rispetto all’altra.

Da Fellini a Leopardi, le citazioni in tema pasta

Non si può non ricordare, poi, come la pasta sia stata anche soggetto di opere e citazioni ricordate tutt’oggi. Una delle più celebri è forse quella attribuita al regista Federico Fellini, che affermò come la vita rappresenti una combinazione di “pasta e magia”. Sorprende come anche Giacomo Leopardi abbia dedicato un passaggio del suo scritto poco conosciuto “I nuovi credenti”, alla pasta, e nello specifico, ai maccheroni: “Tutta in mio danno / s’arma Napoli a gara alla difesa / de’ maccheroni suoi; ch’ai maccheroni / anteposto il morir, troppo le pesa. / E comprender non sa, quando son buoni, / come per virtù lor non sien felici / borghi, terre, province e nazioni”.