Un “matrimonio” tra verdue e carne
Un matrionio che s’ha da fare: quello tra la tradizione culinaria italiana e l’innovazione americana. Dalla minestra maritata alla wedding soup, la storia della ricetta che nasce tra i contadini nell’area di Napoli e arriva Oltreoceano, dove tanti si recavano in cerca di fortuna. La costante è un piatto fondamentalmente povero ma nutriente e sostanzioso, dove la vera unione ad essere celebrata è quella tra le verdue e la carne
Gli acini di pepe in aggiunta e la competizione a tema in Ohio
Come già detto, nonostante il nome suggerisca proprio l’assaporarla durante le feste di matrimonio, la wedding soup è in realtà una minestra che è nata come un connubio tra le verdure e gli avanzi di carne che si avevano a disposizione. Negli anni, soprattutto con il suo avvento negli Stati Uniti, la ricetta ha subito variazioni o aggiunte, come quella della pasta, solitamente gli acini di pepe. Proprio Oltreoceano, la minestra maritata ha riscosso così tanto successo da arrivare all’istituzione, in Ohio, di una speciale competizione a tema.
La ricetta della minestra maritata
Per la preparazione si inizia mettendo in pentola carne mista (1 kg), un osso con midollo, cipolla, carota e sedano, olio, lasciando cuocere a fuoco lento per almeno un paio d’ore. Si filtra poi il brodo e si mette da parte la carne. Nel frattempo si lavano le verdure: cicoria (300 g.), scarola (300 g.), borraggine (300 g.), verza (200 g.) e broccoletti (100 g.). Le si taglia a pezzettoni, le si fa sbollentare in acqua e si mettono anche queste da parte. Si preparano poi le polpette, mescolando in una ciotola carne macinata (300 g.), 1 uovo, pangrattato (50 g.), Parmigiano (50 g.), prezzemolo e sale. Si riporta il brodo a bollore e si aggiungono le polpette, cuocendole per almeno un quarto d’ora, poi è il turno delle verdure precedentemente sbollentate. Si attendono altri dieci minuti e si serve la minestra.