E’ stato un 2013 importante per la De Cecco, malgrado i tanti problemi che hanno assillato l’industria del food e il mercato delle materie prime agricole. Il gruppo industriale abruzzese ha superato i 400 milioni di euro di fatturato, toccando per la precisione quota 411 milioni contro i 373 dell’anno passato e per il 2014 prevede di posizionarsi a 461 milioni. Il tutto vale il terzo posto nella classifica mondiale di vendite di pasta di grano duro e il primo assoluto nel segmento Premium, quello dell’alta qualità. Questi dati economici riguardano l’intera galassia De Cecco, quindi anche le aziende russe acquisite alcuni anni fa. Va ricordato che la pasta di semola a marchio De Cecco è prodotta, con l’acqua pura della sorgente della Maiella e i migliori grani, solo nei siti di Fara San Martino e Caldari di Ortona, nel cuore dell’Abruzzo, mentre in Russia si producono marchi locali di grande qualità ma, come tradizione russa comanda, con farina di grano tenero.
L’Ebitda del Gruppo, attestata a circa 45 milioni di euro comprese le aziende Pmi Usa e Desemark, è un vero e proprio record, a testimonianza che l’azienda ha saputo navigare senza incertezze anche nelle acque agitate di una stagnante crisi economica internazionale. Nel caso dell’Ebitda, le previsioni per il 2014 sono di circa 50 milioni di euro. L’utile netto della F.lli De Cecco, dell’Olearia, di Pmi e Desemark, dopo il pagamento di 7,5 milioni di euro di tasse, è di 13 milioni di euro, con previsione di 15 milioni per il 2014.
Il presidente Filippo Antonio De Cecco e gli amministratori delegati Giuseppe Aristide De Cecco e Saturnino De Cecco guidano un’azienda con oltre 1.200 dipendenti, di cui ben 800 in Italia. Parlando di pasta, il core business della Cecco, balza all’occhio che il prodotto più venduto, sia nei confini nazionali (70.000 quintali) che all’estero (30.000 quintali), è il tradizionale spaghetto. Il volume di vendita complessivo della pasta è di 2.317.000 quintali in un mercato che vede in prima linea, oltre l’Italia, Stati Uniti d’America, Giappone, Russia, Francia, Germania, Regno Unito e Belgio. Il futuro potrebbe essere ancora più roseo, dato che le previsioni indicano una crescita a quota 2.534.000 quintali. Da anni, ormai, l’offerta della De Cecco , sempre di fascia premium, include anche i Rossi, i Sughi firmati dal celebre chef Heinz Beck e l’Olio. In questo comparto si è assistito a una crescita esponenziale: con poco più di 90.000 quintali venduti (25 per cento la quota export), la De Cecco è oramai il terzo produttore nazionale e si proietta verso 114.000 quintali previsti per il 2014. Pasta, Rossi, Sughi, Olio e, dallo scorso autunno, i Sostitutivi del pane. Il new brand della De Cecco, I Grani, ha già conquistato un importantissimo alloro essendo stato eletto Prodotto dell’Anno 2014 per l’Innovazione da una giuria di 12.000 consumatori. Nove gli item proposti finora nel bakery, di cui un terzo con farina di Kamut. Particolare, questo, che ribadisce una propensione della De Cecco verso un antichissimo e sempre più apprezzato cereale. Nella pasta di Kamut, l’azienda abruzzese è leader nazionale nelle vendite. Si diceva del bakery: sui migliori scaffali nazionali si trovano tre tipi di Pan Soffice, due Grissini, altrettanti Crackers, un Grissinotto e uno di Tarallini, tutti con solo olio extravergine d’oliva, senza coloranti, conservanti e grassi idrogenati. Nell’anno in corso, il fatturato dei Grani dovrebbe attestarsi a 7,5 milioni di euro, con i Grissini e il Pan soffice a farla da padrone con, rispettivamente, 4.200 quintali e 2.800 quintali venduti in Italia. A commento del bilancio 2013, il presidente Filippo Antonio De Cecco ha rilasciato una breve ma significativa dichiarazione: “Non possiamo che essere soddisfatti per come sono andate le cose. Adesso tutti i nostri sforzi sono rivolti a centrare le previsioni per il 2014. Insomma, siamo già proiettati verso il futuro”.
Il Responsabile delle Relazioni Esterne
Marco Camplone