“L’impareggiabile capacità dell’Industria molitoria italiana a frumento duro nell’individuare, selezionare, miscelare e trasformare le migliori varietà di frumento duro, per la produzione di semole rispondenti alle esigenze qualitative dell’Industria pastaria italiana, costituisce a pieno titolo un patrimonio dell’Industria agroalimentare italiana”.
Lo sottolinea Cosimo de Sortis, Presidente Italmopa – Associazione Industriali Mugnai d’Italia – in merito all’entrata in applicazione, il 13 febbraio 2018, dell’indicazione in etichetta dell’origine del grano. “La trasparenza nei confronti del consumatore è sacrosanta. Tale trasparenza deve tuttavia consentire a fare chiarezza e dipanare i dubbi instillati nei consumatori da campagne mediatiche che rispondono troppo spesso a interessi particolari. E in questo caso è importante ribadire nuovamente che la qualità del frumento duro non può in alcun modo, salvo circoscritte eccezioni, essere automaticamente ricondotta al luogo di coltivazione e che il grano importato, grazie alla fitta rete di controlli prevista dalla normativa nazionale e comunitaria e agli autocontrolli aziendali, garantisce l’assoluta rispondenza del prodotto alle normative applicabili in materia igienicosanitaria”. “Inoltre” – ribadisce De Sortis – “la materia relativa all’obbligo di indicazione dell’origine in etichettatura non può in alcun modo essere affrontata scindendola da altre questioni sostanziali. Il comparto della produzione agricola nazionale di frumento duro è, infatti, caratterizzato da alcune gravi criticità – in particolare il deficit qualiquantitativo rispetto alle esigenze dell’industria molitoria e le gravi inadeguatezze logistiche – che non consentono la sua necessaria valorizzazione. Ed è in questo contesto che responsabilmente tutti gli attori della filiera nazionale frumento duro, ad eccezione di Coldiretti, hanno firmato, lo scorso 18 dicembre, un protocollo d’intesa di grandissima valenza che si pone quale obiettivo di rilanciare la filiera nazionale frumento duro attraverso il superamento delle sue attuali criticità. Un atto di grande responsabilità per il rilancio di una filiera simbolo del Made in Italy e per la competitività di tutti gli attori che la compongono”.