Incontro con G. Trovato, vincitore del Premio Primo Piatto De Cecco 2009

A 26 anni la prima stella Michelin, poi nel ’99 la seconda stella: Gaetano Trovato è l’esempio di come l’alta cucina italiana sappia evolversi attraverso la costante ricerca dei sapori più autentici e la capacità di cogliere nuove forme creative come il design.

Tradizione e creatività, estro e rigore, la cucina di Gaetano Trovato del Ristorante Arnolfo sublima gli opposti e li accorda in perfetta sintonia, sorprendendo prima la vista e poi il palato. Ogni piatto è sempre un’affascinante scoperta. Ci si sofferma a osservarne il disegno e poi, superato lo stupore, ci si lascia coinvolgere dal sapore.

Lui, Gaetano Trovato, sembra quasi intimidito da tanto successo. Eppure dietro ogni sua ricetta c’è una ricerca attenta, quasi esasperata, attraverso la quale colori, consistenza e sapori prendono vita e, come note di un pentagramma, si trasformano in una raffinata melodia. Con il riserbo di un gentiluomo di altri tempi, racconta che tutto inizia da un disegno e intanto ti mostra le pagine e pagine di album dove i suoi piatti hanno preso forma attraverso le linee di una matita.

All’inizio, spiega, è guidato dalla passione per l’architettura, immagina i piatti così come saranno serviti, poi entra in gioco il gene ereditato da mamma Concetta, che faceva la casalinga e aveva un grande amore per la cucina. Da lei Gaetano Trovato ha preso il piacere sapiente e quotidiano del cucinare, la serenità che ne deriva, la curiosità instancabile per i vecchi e nuovi sapori.

Così il disegno si trasforma progressivamente in una ricetta. Le linee diventano ingredienti e l’equilibrio cromatico la chiave di volta che spinge a scegliere un aroma piuttosto di un altro. Ma è bene sapere che la ricerca non si esaurisce qui, anzi. Comincia molto prima, dalla selezione di quelle note, di quegli ingredienti.Le origini siciliane hanno instillato in Gaetano Trovato una particolare sensibilità ai sapori e ai profumi che lo spinge a ricercare gli ingredienti più veri, non solo i più freschi, ma quelli che meglio di tutti esprimono le proprie qualità organolettiche: i pomodori di Pachino, i capperi di Pantelleria, le nocciole del Piemonte..

Per chi si ferma al ristorante Arnolfo, ogni piatto è dunque un’esperienza, un viaggio nei sapori più autentici, una coccola per il palato che arricchisce la mente e amplia lo sguardo sulle infinite possibilità dell’alta cucina italiana. Basta già un’occhiata al menu per cogliere le differenze distintive di questo ristorante: con i piatti, in nome della massima trasparenza, sono elencati anche i fornitori che assicurano la qualità di ogni ingrediente.

Non resta quindi che arrendersi a tanta accuratezza ed eleganza godendosi, durante il pranzo, la vista delle morbide colline senesi sulle quali si affacciano le sale di questo Relais & Chateaux, prezioso esempio della ristorazione italiana.

Nello spazio Community del nostro portale sono pubblicate due nuove ricette che Gaetano Trovato ha dedicato alla pasta De Cecco:
Fusilli De Cecco, ricotta, zucca e dragoncello
Linguine con spinaci De Cecco, gamberi rossi, zucchine e pomodoro fresco