La nostra risposta alle affermazioni della Copagri

La demagogia e la mistificazione della realtà, con i continui attacchi sul grano estero e sulle sue (del tutto inventate) contaminazioni sono diventate una deplorevole consuetudine da parte della Coldiretti.
La De Cecco è da sempre emblema del Made in Italy con il suo impegno fatto di lavoro, dedizione e tradizione trasmessa da oltre un secolo, di padre in figlio. Da sempre acquistiamo i migliori grani in Italia e nel mondo; nell’ultimo quinquennio la De Cecco ha acquistato ed utilizzato nelle sue produzioni oltre 3.000.000 di quintali di grano italiano ed oltre 1.000.000 di quintali di grano abruzzese.
Sin dalla nostra fondazione sosteniamo la produzione agricola italiana, negli ultimi anni anche attraverso la sottoscrizione di contratti di filiera a fronte dei quali acquistiamo il grano dai produttori locali, molti dei quali associati a Coldiretti, ad un prezzo superiore a quello di mercato e riconoscendo comunque un prezzo minimo, a parametri qualitativi ben definiti e rispondenti a quell’eccellenza che è il nostro obiettivo primario nella selezione dei migliori grani.
La politica di Coldiretti contro le importazioni di grano dall’estero si basa su fondamenta false e deplorevolmente orientate e favorire i produttori di grano, a scapito dei consumatori:
– Non è vero che il grano estero è sottoposto a trattamenti chimici vietati in Italia;
– Non è vero che il grano estero è contaminato. Si tratta di fallace e banale allarmismo: tutto il grano estero importato, rispetta i rigorosi parametri imposti dalla normativa UE e viene sottoposto a scrupolosi e capillari controlli dalle autorità competenti prima che da noi utilizzatori. Non può affermarsi lo stesso per il grano italiano!!
– Non è vero che il grano subisce uno stress derivante dal trasporto: non esistono evidenze scientifiche a supporto di tale miope e demagogica considerazione.
Il prospettato blocco delle importazioni estere, auspicato con grave superficialità da Coldiretti, avrebbe il solo, disastroso, effetto di determinare il blocco della produzione italiana di pasta perché il grano italiano non è quantitativamente e qualitativamente sufficiente a soddisfare l’intero fabbisogno produttivo. Il prezzo della materia prima e del prodotto finito, quindi, salirebbero in maniera incontrollata e ad oggi non calcolabile, con grave danno per i consumatori. Non è escluso che il consumatore italiano possa addirittura scegliere, in futuro, di abbandonare il prodotto italiano e acquistare prodotto estero, proveniente da paesi produttori ove le associazioni ed i sindacati degli agricoltori siano a fianco delle aziende nella difesa della produzione industriale nazionale, alimentando una sana filiera di prosperità e supporto all’economia.