La tradizione sarda in tavola. La ricetta per i malloreddus alla campidanese
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La tradizione sarda in tavola. La ricetta per i malloreddus alla campidanese

I malloreddus, detti anche gnocchetti sardi, alla campidanese

Che si utilizzi il nome locale di “malloredduss” alla campidanese, o il più classico di “gnocchetti sardi”, quella che non cambia è la sostanza di un piatto storico dell’isola, celebrato e preparato in occasioni di sagre e celebrazioni locali. Il condimento più utilizzato per questa pasta dalla forma tutta particolare arriva dalle pianure del Campidano, nel sud-ovest sardo, e contempla l’utilizzo di sugo di pomodoro, zafferano e salsiccia.

L’origine del nome, dalla forma piccola e panciuta della pasta

Se il nome “malloreddus” può apparire incomprensibile ai più, in realtà, andando a scavare a fondo riguardo il significato di tale sostantivo nel dialetto locale, si scopre come esso derivi dalla forma che le palline di pasta assumono dopo essere stati schiacciate contro un tipico cesto di paglia sardo, il ciuliri. Le forme piccole ma ben paffute ricordavano alle antiche massaie quelle di un vitellino, che è proprio il significato della parola con cui oggi è conosciuta questa pasta.

Difatti l’etimologia dice che la parola deriva da “malloru” (toro-vitello) e, date le dimensioni della pasta, diventa “malloreddu” (piccolo toro-vitellino).

La ricetta semplice per dei gustosi malloreddus alla campidanese

La ricetta per i malloreddus (o gnocchetti) alla campidanese prevede innanzitutto la preparazione della pasta stessa. Si impastano 450 g semola di grano duro con 250 grammi di acqua, sale e zafferano. Dopo circa mezz’ora si fanno dei filoncini da tagliare in piccoli trancetti, che vanno successivamente schiacciati su una tavoletta scanalata (il nuovo che avanza, superando gli antichi ciuliri). Fatto ciò si fa appassire della cipolla cuocendola per qualche minuto in una casseruola. Si aggiunge poi la salsiccia (priva della pelle, 800 g circa) tagliata a pezzettini, e si lascia cuocere il tutto per una decina di minuti, sfumando con acqua e vino (la prima arricchita da un ulteriore pizzico di zafferano). Si aggiungono poi i pomodori pelati (500 g circa) e si cuoce per un’altra mezz’oretta, aggiungendo qualche fogliolina di basilico a metà cottura. Una volta lessati, i malloreddus sono pronti per essere immersi nel sugo, spolverati con abbondante pecorino sardo.