Ragù alla Bolognese

Il “Ragù alla Bolognese” De Cecco è stato ideato in collaborazione con il grande Chef tre stelle Michelin Heinz Beck e realizzato mantenendo la semplicità originaria della ricetta: all’olio extra vergine di oliva si aggiunge un ricco battuto di cipolla, sedano, carota e un trito scelto di carne bovina certificata Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP, spalla suina e pancetta, quindi la polpa e la passata di pomodoro, rigorosamente italiano. Il nome “Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP” ha un significato ricco di contenuti:
  • “Vitellone” perché con questo termine nel centro Italia vengono da sempre indicati i bovini da carne di età compresa fra i 12 e i 24 mesi; a quest’età la carne delle razze Chianina, Marchigiana e Romagnola rimane tenera, con alto contenuto in proteine e basso contenuto di colesterolo, oltre ad essere molto magra
  • “dell’Appennino centrale” rappresenta l’indicazione di origine, perché questa è la zona dove, tradizionalmente, i bovini delle razze Chianina, Marchigiana e Romagnola sono allevati da oltre 1500 anni, alimentandosi con fieni e foraggi provenienti esclusivamente dell’area tipica, che donano alla carne sapori unici e caratteristici;
  • IGP perché si tratta di una Indicazione Geografica Protetta cioè di una certificazione rilasciata dall’UE sulla qualità delle produzioni tipiche sulla base di un rigido disciplinare di produzione che regolamenta l’intera filiera di produzione.
Gli animali vengono allevati prevalentemente in maniera estensiva, con ampio utilizzo del pascolo (soprattutto nei primi mesi di vita) soprattutto in territori marginali, contribuendo a sostenere il territorio e l’ambiente tipico delle colline e delle montagne dell’Appennino centrale e a tutelare la storia e la tradizione secolare delle realtà rurali del centro Italia. Ragù alla Bolognese De Cecco, da oggi ancora più unico!

Ragù alla Bolognese


#AllaDeCecco

Con la bella stagione a Trani, perla della Puglia, arriva anche il piatto gustoso della tradizione.

È tempo di pasta alla tranese! La pasta al forno con le zite spezzate a mano, pomodori freschi e ingredienti, di cui ogni famiglia conserva e tramanda la propria ricetta.

Vivere #AllaDeCecco vuol dire assaporare ingredienti, profumi, suoni, paesaggi.
E per la pasta scegliere solo De Cecco.



Le Ghiottole con ricci di mare, purea di cicoria con un battuto di acetosella, perilla e rabarbaro. Un misto di sapori straordinario di erbe e di mare, che legato alle Ghiottole crea un’esplosione di sapori unica.

Amo le Ghiottole perché riescono ad avvolgere il condimento e ad offrire una sponda adeguata alla carica dei sapori.
Tratto dal libro Pasta Damare - Mauro Uliassi
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Il nostro metodo

Attenzione, cura, esperienza, qualità in ogni fase: dal nostro mulino alla tua tavola

La selezione del grano

Scegliere materie prime eccellenti è il primo passo, il più importante, per creare una pasta unica.
grano

La molitura

Siamo mugnai da quasi due secoli: già nel 1831 don Nicola De Cecco produceva nel suo mulino la "miglior farina del contado". Ancora oggi maciniamo tutto il grano nel mulino accanto al pastificio, che è sempre avvolto da un intenso e piacevole profumo.
molitura

L' impasto

L' acqua fredda e l' impasto a una temperatura inferiore ai 15 gradi: due dettagli che ci permettono di ottenere una pasta che rispetta la materia prima.
impastamento

La trafilatura

Se grazie alla trafilatura la pasta prende forma, è la trafila ruvida a regalare alla nostra pasta quella porosità unica capace di catturare ogni condimento. Questa è una delle particolari procedure che abbiamo scelto con grande orgoglio.
trafilatura

L'essiccazione

Un altro dei segreti della nostra pasta è l'essiccazione lenta e a bassa temperatura. È il nostro modo di preservare intatte le caratteristiche organolettiche del grano.
essiccazione



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Sugo alle Olive

Il Sugo alle Olive è naturalmente saporito e corposo, preparato solo con polpa di pomodoro prodotta in Italia, olio extra vergine di oliva, e senza l'aggiunta di aromatizzanti. Il connubio di Olive Taggiasche e olive verdi creano un bouquet armonioso di gusto, frutto del sapiente lavoro dello Chef Heinz Beck, ideale per un condimento semplice e squisito. L’oliva Taggiasca si chiama così perché fu portata a Taggia (IM) dai monaci benedettini di San Colombano e poi selezionata e diffusa. Nei secoli gli innesti di oliva Taggiasca furono diffusi in tutta Italia, anche se la coltivazione maggiore è sempre rimasta nella provincia di Imperia. Il frutto di questa varietà è molto tenero, gustoso e conferisce grande personalità alle ricette.
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